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I giochi da tavoliere, diffusi in tutto il mondo in innumerevoli varianti, rappresentano una delle forme più antiche di incontro e confronto tra le persone. Nati come strumenti di svago, di riflessione o di simulazione strategica, uniscono abilità, intuito e una buona dose di casualità. Che si tratti della Dama nei circoli o degli Scacchi nei caffè cittadini, ogni tavoliere racconta un modo diverso di pensare, di socializzare, di leggere il mondo.

Molti di questi giochi affondano le radici nella storia e nella cultura dei popoli: tramandano saperi antichi, rappresentano simbolicamente la vita, la guerra, il destino. Nel gioco si mescolano razionalità e fortuna, calcolo e immaginazione. In ogni partita si ripete un rito di incontro, di sfida e di dialogo, dove la competizione si intreccia con la convivialità.

I tavolieri, un tempo costruiti artigianalmente e custoditi nelle case, nelle osterie o nei circoli popolari, erano luoghi mobili di socialità. Sedersi intorno a un tavolo significava condividere tempo, racconti, silenzi e strategie. Molti di questi giochi tradizionali hanno rischiato di scomparire, ma oggi conoscono nuove forme di riscoperta, nelle associazioni ludiche, nei festival, nei progetti di valorizzazione del patrimonio immateriale.

In alcuni contesti i giochi da tavoliere si praticano ancora in ambito domestico o comunitario, in altri hanno assunto una dimensione più ampia, con tornei, federazioni e scambi internazionali. Restano, in ogni caso, un patrimonio vivo e dinamico: un linguaggio universale fatto di regole condivise, di rispetto, di curiosità reciproca e del piacere di stare insieme.